Il lago Albano

Il Lago Albano, lo "Specchio del Bosco", occupa il fondo di una conca dalle pareti abbastanza ripide apertasi nel corso dell’Era Quaternaria ai margini del complesso vulcanico dei Colli Albani cui esso appartiene. Tale insieme di alture dalle forme morbide viene menzionato nella letteratura geologica anche con la denominazione di Vulcano Laziale.

I rilievi a forma conica formatisi per l’accumulo dei materiali emessi dai crateri dell’apparato eruttivo, una volta cessata ogni attività vulcanica, sarebbero stati troncati per lo sprofondamento di una parte dell’apparato stesso. Ne sarebbero derivate, quindi, delle conche altrimenti dette caldere, dal fondo rivestito dai materiali vulcanici di per sé permeabili. A causa della lenta trasformazione operata dalle acque piovane tali materiali sarebbero stati trasformati progressivamente in argille impermeabili che avrebbero favorito col tempo la raccolta delle acque stesse. Probabilmente la conca nel cui fondo si adagiano le acque del lago deriva dall’unione di più cavità crateriche.

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Rocce tipiche dei Colli Albani

La costituzione litologica della zona mostra l’assoluta prevalenza di rocce vulcaniche quali leucititi e tufi in armonia con la sua origine. Senza voler entrare troppo in dettaglio, basterà ricordare che le prime derivano dal raffreddamento delle lave emesse dall’antico vulcano; i tufi, invece, sono costituiti da innumerevoli frammenti di materiali lanciati in aria durante le fasi esplosive vulcaniche che poi sedimentano con aspetto stratificato. La leucitite dei Colli Albani è la tipica selce dei lastricati romani; il suo aspetto è compatto, cioè i cristalli dei minerali componenti non sono visibili ad occhio nudo; il colore è un bel grigio azzurro. Il tufo della zona, di colore grigio o marrone, è rappresentato per lo più dal peperino che viene estratto in grandi quantità nei pressi di Marino. Per quanto riguarda i caratteri fisici, il lago ha forma ellittica con l’asse maggiore orientato secondo la direzione Nord Ovest - Sud Est; la sua altitudine è di m. 293, la profondità è notevole (m. 170), la superficie è di km2 6,02.

Nello specchio d’acqua si riversano alcuni ruscelli che prendono origine nel settore boscoso della conca craterica; le acque in eccesso defluiscono, invece, tramite un emissario artificiale scavato dai Romani nel IV secolo a.C.

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L'ambiente dei Colli Albani

L’interesse principale del Lago Albano è rappresentato dalle alte rive boscose dei quadranti Est e Sud Est che determinano un carattere selvaggio quale si ritrova in pochi altri ambienti lacustri italiani.

Nel bosco del lago si rinvengono numerosissime specie vegetali probabilmente a motivo della discreta umidità della zona; in più punti la selva è di un rigoglio incredibile.

Il castagno è la specie legnosa che vi predomina a causa della natura silicea dei Colli Albani e della loro modesta elevazione. Il lago, infatti, è situato ad un’altitudine corrispondente al limite inferiore della distribuzione della specie in questione generalmente riscontrato in Italia. E’ da notare, però, che la pianta del castagno nei Colli Albani è governata tipicamente a ceduo per la sua nota capacità a rigettare dalla ceppaia dopo essere stata tagliata. Per tale motivo nel bosco del lago non si riscontrano affatto castagni alti e frondosi quali si vedono, invece, nei castagneti da frutto.

E’ dato vedere, piuttosto, un insieme di tronchi non molto larghi, diritti e paralleli tra di loro che si levano da una vecchissima e larga ceppaia emergente per pochi centimetri dal terreno. Numerose sono le altre specie arboree costituenti il bosco: quercia rovella, leccio, nocciolo, acero opalo, carpino bianco, carpino nero, olmo, tiglio, ecc. Tra le più comuni piante dal comportamento arbustivo si possono citare: il maggiociondolo, la ginestra dei carbonai, il viburno, il corniolo ecc.

Con il risveglio della natura, in primavera, i primi alberi che mettono le foglie sono i carpini; le querce ed i castagni, per contro, rinverdiscono piuttosto tardi, generalmente verso la fine di aprile; comunque, la fogliazione può essere anticipata o ritardata a seconda dell’andamento della stagione. Quando il bosco tra marzo e aprile è ancora in abito invernale fioriscono tra le foglie secche le pianticelle che prediligono molta luce come gli anemoni; con l’avanzare della stagione le grandi foglie dei castagni e di altri alberi, crescendo rapidamente, gettano molta ombra nel sottobosco; sono abbondanti allora le fioriture di altre specie quali i ranuncoli, le asperule, gli agli selvatici, le orchidee. Comunque, la copiosa fioritura degli anemoni che ha luogo tra la metà di marzo e i primi di aprile è senz’altro uno degli aspetti più interessanti del bosco del lago e, in genere, dei Colli Albani.

Le specie in questione sono due: l’"anemone apenninica" dai i fiori bianchi o azzurri e l’"anemone ranuncoloides" dai fiori gialli; questa ha una diffusione minore dell’altra specie.

Per quanto riguarda gli aspetti del regno animale è bene distinguere l’ambiente lacustre da quello del bosco.

Le acque dolci dei laghi rientrano, dal punto di vista ecologico, nella categoria delle acque stagnanti che comprende anche gli stagni e le paludi. La differenza tra queste raccolte di acqua risiede essenzialmente nella profondità che è maggiore nei laghi è tale da mantenere al centro uno specchio libero da vegetazione emergente.

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La fauna del lago Albano

Nel Lago Albano alcuni animali vivono sospesi nell’acqua senza alcun rapporto col fondo; altri, invece, popolano questo o la zona litoranea.

Tali forme di vita appartengono ai più svariati gradini della scala zoologica, dai minuti organismi galleggianti che complessivamente prendono il nome di Plancton ai comuni pesci delle acque dolci. Tra gli insetti , le libellule dalle ali variopinte sono molto comuni e anche facilmente osservabili nei pressi delle sponde lacustri ; le comuni piccole zanzare sono avvertibili nei soli mesi estivi. Tra i pesci si possono pescare anguille, trote, tinche, lucci ecc.

L’ambiente faunistico del bosco non è molto ricco di specie per quanto riguarda i mammiferi e gli uccelli. Tra i primi dovrebbero essere ancora presenti i ricci e gli scoiattoli. Spesso è possibile sentire il caratteristico minuscolo cuc – cuc dolce del Cuculus Canorus, uccello dedito ad una sorta di parassitismo durante la riproduzione.

Numerosi sono ovviamente gli insetti tra i quali le comuni cicale, mantidi, coccinelle e farfalle nonché i molluschi (lumache) ed i ragni. Nell’ambiente anfibio è dato vedere qualche rana.

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